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L’arte, in tutte le sue forme, costituisce da sempre le fondamenta di una società consapevole e predisposta all’evoluzione. Eppure, ad un anno dal primo lockdown, le porte dei luoghi dedicati alla diffusione della cultura restano chiuse; istituire nuovi fondi dedicati è sicuramente un passo essenziale, ma occorre che questi vengano investiti senza esitazione per affrontare le sfide imposte della pandemia.

La nuova generazione di artisti sta rompendo il silenzio: l’eliminazione dell’arte non può e non deve rappresentare la strategia per fare fronte a un cambiamento di contesto. L’obbiettivo condiviso è quello di rimettere il patrimonio artistico al centro del sentire collettivo, anziché considerarlo come un elemento marginale a cui tutti possiamo e dobbiamo rinunciare.

A ribadire l’importanza dell’arte e il dolore che la sua privazione sta causando ci ha pensato JR, il celebre artista parigino capace di raccontare le sfide attuali con un linguaggio incisivo e universale. La ferita è l’installazione alta 28 metri e larga 33 che ha riacceso i riflettori su Palazzo Strozzi e su tutti i musei italiani.

Anche Milano si fa portavoce della causa con il bando Piazze Aperte, indetto dal Comune di Milano e l’associazione indipendente Jungle, allo scopo di rigenerare il volto della città attraverso la trasformazione di anonime aree di sosta in spazi di socialità. La vincitrice è Camilla Falsini, street artist romana che in Piazzale Loreto e Piazza Minniti ha ricoperto l’asfalto grigio con forme colorate che, se osservate dall’alto, formano il nome del quartiere.

Così, in un’epoca senza precedenti, il linguaggio universale dell’arte non smette di sorprendere e restituire valore tingendo di colore e speranza le gallerie più accessibili: le nostre città.

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