Vietato ballare? Il Berghain apre all’arte contemporanea e i club si trasformano
“MORGEN IST DIE FRAGE”, il domani è la domanda. Questa è l’installazione di Rirkrit Tiravanija che ora dà il benvenuto nel club più esclusivo d’Europa: il Berghain di Berlino. Poche parole a lettere cubitali, che svettano sull’intera facciata del tempio della techno. Un messaggio senza troppi fronzoli che ci fa interrogare sul futuro dei club e dei luoghi del divertimento, ancora costretti allo stop delle proprie attività a causa delle normative anti-Coronavirus.
Dopo il lockdown imposto per contenere la diffusione della pandemia, i luoghi della movida sono in ginocchio da mesi in attesa di una prospettiva di ripartenza, purtroppo ancora troppo lontana e incerta per potersi permettere di stare con le mani in mano. Per sopravvivere a questa crisi i locali di tutto il mondo stanno cercando di usare lo spazio a loro disposizione nel miglior modo possibile, nel rispetto delle norme di sicurezza e igiene.
Studio Berlin: l’arte contemporanea apre le porte del Berghain ai visitatori
Studio Berlin, è questo il nome dell’esposizione organizzata dalla Boros Foundation dentro le mura del Berghain. Da techno club a galleria d’arte contemporanea, almeno fino al prossimo dicembre. Oltre ottanta artisti berlinesi, tra cui spiccano anche nomi noti a livello internazionale come Olafur Eliasson, Anne Imhof e Petrit Halilaj, hanno esposto le loro opere realizzate durante il periodo di lockdown. Potrete camminare sul dancefloor fino ad arrivare al Panorama Bar, con lo sguardo rivolto a pitture, fotografie, sculture, performance e installazioni multimediali. Entrare nell’esclusivo techno club di Berlino est, simbolo mondiale della cultura elettronica e underground, non è mai stato così facile: fino a dicembre non bisognerà più temere di essere rimbalzati da Sven dopo ore ed ore di fila, basterà comprare il biglietto (rigorosamente online) e il gioco sarà fatto. Qualche severa regola del Berghain, però, resterà valida: assolutamente niente foto!
I club cambiano veste
Proprio come il Berghain, tantissimi altri club hanno dovuto reinventarsi per sopravvivere a questo periodo difficile. I locali che hanno la fortuna di disporre di uno spazio all’aperto si sono trasformati in beer gardens e cocktail bar, con dj set per mantenere l’atmosfera. Lo stesso Berghain ad agosto ha aperto il proprio “Garden” per ospitare qualche dj set sin dalle prime ore del pomeriggio. In Italia molti club, tra cui il Musica Riccione e il Peter Pan hanno optato per la formula cena con spettacolo, affiancando il servizio di ristorazione a lounge bar, serate a tema e show spettacolari. Chi è in condizioni di farlo, sta puntando sui concerti live, che il pubblico può godersi con posti a sedere adeguatamente distanziati. Altri locali, in Europa, hanno ospitato serate di quiz, oppure hanno accolto nei loro spazi i cosiddetti flea market (mercatini delle pulci). In USA, alcune venue famose per ospitare concerti il prossimo 3 novembre si trasformeranno in seggi elettorali. Arte, food & beverage, show, games, elezioni e chi più ne ha più ne metta: è così che i locali della movida stanno affrontando una crisi senza precedenti, da cui speriamo di uscire il prima possibile.